Tiratura di Milano


La pressione, variabile, è abbastanza forte e visibile al verso e in alcune provviste si presenta fortissima.
I caratteri delle soprastampe di Milano si distinguono a colpo d’occhio, spesso senza l'utilizzo della lente, per la larghezza delle lettere ed il loro apparire tondeggiante.



La soprastampa appare a volte un po’ confusa: le lettere sembrano più grandi e tendono ad arrotondarsi con effetto assomigliante ad un “cerino” soprattutto nella parte bassa. In molte provviste le lettere della dicitura “Italiana” tendono addirittura ad unirsi in basso, tanto si allargano.



Alcune lettere appaiono più corte (asta verticale della “P”), altre smangiate e con molte varietà che danno forma a molte posizioni caratteristiche.
L'inchiostro è normalmente fluido, ma corposo e carico, con il colore che tende ad espandersi attorno al corpo delle lettere. Le cromie variano dal vermiglio, al rosso, al rosso cupo, più raramente al color bruno. In alcune provviste l'inchiostro assume un colore cupo che va dal bruno al bruno scuro quasi violaceo: tale effetto potrebbe anche essere avvenuto con il tempo (cambiamento del colore) grazie all’ossidazione di alcune mescole di colore ricche di piombo.


   


Alla lampada di Wood le soprastampe di Milano appaiono molto scure, quasi nere, con una tonalità di bruno più intenso rispetto alle soprastampe di Verona.
Per le caratteristiche sopra citate le soprastampe di Milano sul valore da cinquanta centesimi sono normalmente ben riconoscibili e fra le più distinguibili in assoluto.
Anche per Milano, possiamo affermare con buona certezza che tutti i fogli doppi osservati (duecento valori) furono soprastampati con un'unica Tavola in due tempi successivi (differenti provviste) mediante il “doppio passaggio” in macchina.


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